Sono stato TikToker per 1 anno

E continuerò ad esserlo.

Premessa

Questo post è la trascrizione del video uscito a settembre del 2022. Sono poche le cose che sono cambiate da allora.

Ci potrebbero essere parti in cui leggendo potrebbe non essere del tutto comprensibile perché studiato per il video. Spero complessivamente comunque di essere capito.

Intro

Ciao! Sono Ken, fotografo e TikToker per un anno e oggi, vi racconto un paio di cose che ho capito a riguardo, partendo dalla mia esperienza.

Chi sono

Prima di cominciare a parlare di TikTok, vi do un breve background se siete stati catapultati in questo canale per la prima volta.

Sono Ken, ho 21 anni e scatto fotografie da più di 5 anni, tutto da autodidatta. Prima ero concentrato soltanto sulla street photography, dopodiché si è aggiunta la ritrattistica misto a fashion. Ho una particolare attrazione per il mondo musicale, ma ora vi parlo di TikTok.

Cosa è TikTok

TikTok è una piattaforma dove ci sono balletti sopra con le musichine gne gne gne.

Poi però c’è un’altra parte dell’intrattenimento, quella bella per i comici.

Poi il comico può andare anche un po’ più oltre e raccontare storie.

Insomma, si è arrivati al punto in cui TikTok è il “social network dove ci sono i giovani” e quindi ci si è improvvisati, come abbiamo visto, fare campagna elettorale per i cosiddetti giovani.

Ora, sicuramente questi benedetti giovani possono essere considerati una maggioranza, ma sicuramente TikTok è anche ben oltre. E’ una piattaforma video, aspirante ad un motore di ricerca, che funziona in verticale e che con il passare del tempo ti dà un minutaggio sempre più ampio per pubblicare video.

TikTok presenta fondamentalmente due schermate principali: la pagina dei seguiti e quella dei per te.

Nella pagina dei seguiti ti mostra soltanto i video delle persone che segui, mentre quella dei per te è tutto un casino apparente, messo in ordine dall’algoritmo apposta per te.

Quindi, la challenge più grossa, è sicuramente di non dare per scontato ogni singolo frame. Perché ogni singolo frame, ogni singolo secondo è occasione buona per utilizzare il proprio pollice e scorrere verso l’alto, per vedere una nuova sorpresa, un nuovo video.

La soglia di attenzione, la ricerca di attenzione… insomma, “attenzione” è decisamente la parola chiave che descrive TikTok.

Il mio inizio su TikTok

Ho installato TikTok in un sabato del luglio 2021, così per dire “si fa per il meme” e perché insomma, dopo anni ad aver sperimentato social network, sicuramente TikTok era quel grande elefante in mezzo alla stanza che continuavo imperterrito a ignorare.

Il mio approccio è stato molto semplice e molto lineare: non so cosa ci faccio sopra, non so perché l’abbia fatto, ma sicuramente all’inizio i video non sono un granché. All’inizio, l’algoritmo, ai tempi, voleva confermare tutti i bias che c’erano attorno a TikTok, da parte di chi TikTok non l’aveva mai installato prima.

Video “divertenti” ma che sono semplicemente stupidi, i famosi balletti e poco altro.

Il mio intento è stato quello di “educare” il mio profilo verso qualcosa che mi portasse verso la fotografia. Cercavo l’hashtag photography, cercavo di mettere like ai video che parlassero di fotografia, e così via.

Mi ci sono volute due settimane per cominciare a trasformare ciò che era un’accozzaglia di video super virali a qualcosa di più concreto, sicuramente con meno visualizzazioni e meno like ai video, che mi si addicessero di più a ciò che erano le mie preferenze.

Createvi un personaggio: poi vi spiego meglio perché. Ma intanto fatelo.

Una volta che si pubblica un video su TikTok, agli inizi, la probabilità di essere visti da una persona che non conoscete è altamente superiore rispetto a qui su YouTube.

Le persone che vi guardano non hanno la più pallida idea di chi hanno incontro.

Le persone che utilizzano TikTok in maniera formalmente passiva, commentano in base a quello che hanno visto. E ciò che hanno visto sono 15, 20 secondi, un minuto, massimo 3 minuti di video.

E il commento della persona ha un limite: 150 caratteri, e in generale la sezione commenti per come è gestito fa schifo.

Crearsi un personaggio secondo me è fondamentale, perché essere “sé stessi” può rientrare in una buona retorica ma ricevere commenti negativi, specie se si è alle prime armi con un audience che non conosci, è terribile. Conviene 100 volte tanto capire cosa si vuole comunicare e come, dopodiché lasciar sì che l’odio colpisca il personaggio e non la persona. È un concetto estremamente delicato e difficile da spiegare, ma spero che questo venga colto in qualche maniera.

Ansia da pubblicazione

Cos’è, perché esiste

Arriva il momento in cui dopo aver sperimentato, c’è quella cosa che funziona meglio degli altri.

E allora giustamente, sempre per il concetto di attenzione, spingi su quel formato.

Bene, ottimo.

Ma siamo sicuri che questo secondo video, dopo il primo di successo, avrà esattamente lo stesso successo? O maggiore? Oppure sarà un flop clamoroso? E allora, se quella pubblicazione e quel successo è stato semplicemente randomico, cosa si fa? Come si fa?

L’ansia da pubblicazione è un fenomeno che avviene ovunque, anche nel mondo tradizionale composto di cinema, musica, teatro e qualsiasi altra forma “di espressione artistica.”

Però, a differenza di un album che richiede i suoi tempi, a differenza di un video su YouTube dove non hai quella costrizione data principalmente dall’algoritmo che se non pubblichi per tot mesi allora non vieni più considerato nel mondo (Sì certo, accade, ma in maniera differente) su TikTok devi essere costante. E costante non significa pubblicare ogni 30 giorni. Costante non significa pubblicare ogni 14 giorni. No, costante significa essere presente costantemente, ogni giorno.

C’è stato un periodo in cui i social media manager spingevano a dire e ribadire di pubblicare tra i 3 e i 5 video al giorno.

Nella realtà dei fatti, costante significa pubblicare almeno 2 video alla settimana, meglio se 3.

E se dopo il successo del primo video, non hai neanche il tempo di metabolizzare che devi già produrne un’altro per continuare a surfare su quest’onda di incertezza al sapore di sindrome dell’impostore, cosa pubblico? È giusto quello che ho fatto? Non è ad un livello inferiore? Farà lo stesso successo?

A volte l’ansia è talmente grande che ti blocca dal pubblicare. No, sticazzi, pubblica lo stesso.

E a queste domande, c’è chi compie una scelta, c’è chi un’altra.

C’è chi dice: sì, è ad un livello inferiore, sì non meriterà di essere visto come il primo, e così via. In breve, non si pubblica, addio.

C’è chi invece supera una certa intolleranza e continua a pubblicare. Magari è effettivamente inferiore, ma intanto il tuo l’hai fatto.

I numeri non sono ciò che ti definiscono, e questo è un concetto reitrerato.

Ma soprattutto, i numeri non possono essere controllati da noi.

Il compito di un creator su TikTok è quello di creare, non di fare video “programmati di successo”.

Perché poi è forzato, perché poi fa sì i grandi numeri ma alla fine dei conti diventa un lavoro non pagato e che oltretutto non ti piace. E nel lungo termine, non piacerà neanche alle persone.

Stress

Come ho gestito il ritmo di pubblicazione

Bene o male, come ho detto inizialmente, TikTok è stato un approccio molto sperimentale. All’inizio vedevo la piattaforma di TikTok praticamente la stessa a quella dei reel e dei shorts su YouTube. E penso di averlo detto anche in un video, qui su YouTube.

Certamente, una cosa che ho imparato nel corso del tempo è che prima di fare una valutazione approssimativa, forse è il caso di immergersi un attimino per capire il funzionamento e vedere che le cose sono un po’ diverse da come possono apparire inizialmente.

Quindi, io ho cominciato nel mese di luglio 2021 pubblicando un po’ di video, uno alla settimana praticamente, dove di fatto è stata una traduzione di quello che vedevo fare nei reel. Audio compresi.

Devo dire che come inizio, ingenuo, come risultati si assestavano tra i 500 e le 800 visualizzazioni. Incredibile.

Poi ho pubblicato un piccolo video collage di Firenze e pure quello aveva fatto qualcosa come 1200 visualizzazioni. Wow. Incredibile.

Una cosa che non avevo capito allora, però, è che le visualizzazioni che si vedono su TikTok hanno un valore completamente diverso da quello che puoi avere nei Reel su Instagram.

Ovviamente, non sto qui manco a dire che ogni piattaforma ha un suo numero di valutazione da considerare, prima di giungere a conclusioni affrettate.

Vedere numeri tipo 1200 visualizzazioni, per un povero innocente come me, ha gasato parecchio. Vero. Ma al tempo stesso l’approccio da “boh, vediamo come va, sperimentiamo” mi ha portato sempre a pubblicare in maniera randomica. Giorni, orari, hashtag: tutto.

Poi è successo una cosa, che si può ricondurre al 31 luglio 2021.

Billie Eilish pubblica l’album Happier Than Ever e all’interno c’è una canzone che si chiama Everybody Dies.

E qui cambia tutto.

Immediatamente, c’è un concetto dietro questa canzone a cui sono assolutamente legato ad un periodo del 2021.

Lo devo dire. Lo devo comunicare.

TikTok mi sembra la piattaforma migliore per farlo.

Lo faccio.

E via.

10 mila visualizzazioni. 15 mila visualizzazioni. 30 mila visualizzazioni.

Ad oggi, sono circa 60 mila visualizzazioni.

Visualizzazioni che salgono su in una notte, due notti. Una cosa spaventosa. Una velocità incredibile per chi non ha mai effettivamente sfondato in nessuna piattaforma.

E allora capisco che cosa posso fare, capisco cosa posso portare.

Ma di nuovo, con quale frequenza?

Agosto è stato molto caotico, a settembre un paio di cose stavano andando per il verso giusto e sapevo che mi sarebbe servito una programmazione.

Tra l’altro, ad agosto mi ero imposto che il montaggio di un TikTok mi avrebbe dovuto portare massimo mezz’ora.

Spoiler, a distanza di un anno, mi sono reso conto che se vuoi fare le cose fatte bene per un TikTok è meglio spenderci un’ora piuttosto che stare dietro a maledire tutti quanti e fare 5 export e alla fine giungere sempre a un’ora di lavorazione.

Sono giunto quindi alla conclusione che nel mese di settembre avrei pubblicato sicuramente un video alla settimana, meglio se 2. 3 Sarebbe stato perfetto.

Ho fatto delle settimane nelle quali ho provato a pubblicare tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, per due settimane.

Ciò è stato a Dicembre, dove volevo parlare dello Spotify Wrapped e accompagnare il format del “associo una foto ad una canzone”, ma con le canzoni più ascoltate durante l’anno.

Il risultato è stato che ne sono uscito estremamente stressato, non raccomandabile.

Alla fine ciò che paga su TikTok, così come su altre piattaforma, è la costanza. Se abbinata alla qualità, meglio ancora.

Update: Ad oggi, 2023, posso dire che questo concetto è cambiato. La quantità di contenuti è aumentata e di conseguenza anche l'algoritmo. Ora ciò che conta è la qualità ma soprattutto il contenuto del video in sé, trovare la nicchia e far sì che le persone rimangano incollate al video. Esatto, come YouTube.

E così sono giunto alla conclusione che avrei pubblicato nel corso del 2022 tre video alla settimana. Cosa che è successo soltanto per il primo mese, dopodiché tra lavoro e altri impegni, ho scalato a due video alla settimana.

Ma dovevo stare sempre lì. Costante. Farmi trovare tra le 19 e le 21.

Sei a corto di content? Come andare a superare questo ostacolo.

“pubblicare necessariamente qualcosa anche quando non si ha nulla da dire comporta uno stress che può far cadere il progetto”

Io su TikTok parlo di quello che faccio. Ergo, se produco tanto, ci sono molte più cose di cui posso raccontare. Se produco poco, non ci sono tante cose di cui posso parlare.

Ho avuto la fortuna di vedere un format di video andare molto bene, così come un’altra serie di video-format simili ad essa. Con il passare del tempo quindi mi sono costruito un mazzo di carte in cui posso pescare anche casualmente, trovare la fotografia o la serie di fotografie e poterle declinare in una serie di TikTok.

Però non sempre la situazione è rosa e fiori. Ci sono periodi in cui sei estremamente impegnato in una cosa più grossa, tipo quest’estate con il sito web, e non hai avuto chissà quale tempo per uscire e scattare fotografie, così come organizzare degli shooting.

Quindi, c’è la necessità di andare oltre, studiare cosa va in tendenza e, nel giro di qualche ora, avere il contenuto pronto e pubblicarlo.

Format

Il format non lo inventi, lo trovi

Il format non lo inventi. Certo, ci puoi provare in tutte le salse possibili. Ma alla fine dei conti ho capito che partire da zero è una cosa praticamente impossibile e anche se ci provi, anche se provi ad essere “originale” alla fine vai a fare qualcosa che sicuramente qualcuno l’ha già fatto prima.

Ma attenzione.

Questo non è un male. Perché alla fine quello che faccio lo possono fare tutti.

Penso che alla fine l’importante, per il proprio canale, sia quello di proporre un format riconoscibile tramite alcune chicche che si ritrovano costantemente nei propri TikTok, che ti fanno sentire a casa.

Nel mio caso, nonostante a volte faccia il matto e vada a cambiare un po’ il setup e la fotografia, alla fine si trovano sempre i sottotitoli in arancione e la maglietta nera. Così come il 90% dei video finisce con una call to action banale ma che coinvolge: qual è la tua foto preferita? Cosa ne pensi?

Sono tutte queste piccole chicche che possono differenziarti dalla massa e, legato ad un contenuto valido, questi sono gli elementi che ti portano a vivere a un ritmo dettato da te stesso e non dai trend.

La parte nerd: come gestisco tutto quanto.

Quindi, parliamo della parte più nerdina, quella parte che i curiosi vogliono assolutamente sapere. Come ho organizzato il tutto? Riprendendo e riassumendo un po’ di cose dette in questo video, diciamo che ci sono dei capisaldi da tenere a mente, prima della produzione di un TikTok:

  • Meno tempo mi prende, meglio

  • Voglio essere indipendente dai trend, di conseguenza devo pensare a un content che possa essere valido anche nel lungo periodo

  • TikTok tende ad essere un motore di ricerca, quindi se riesco a rispondere ad una domanda, è meglio

  • Ogni TikTok deve avere una sua storia a sé, ma se presenta una trama orizzontale, ancora meglio.

La scrittura

La scrittura di un TikTok è fondamentale per quanto mi riguarda, perché poi va ad influenzare la parte di registrazione e di montaggio.

In media ho 2-3 settimane per pensare ai prossimi video su TikTok da registrare. E questi video devono essere scritti con una struttura precisa, se voglio che quel contenuto faccia successo.

L’inizio: hook. Più la frase è assurda e all’inizio sembra essere senza senso, maggiore è la probabilità che la persona continui a vedere il video, invece di skipparlo dopo il primo secondo. Cosa che comunque succede in media dal 30 al 50% delle persone.

Dopodiché, si spiega che cosa si intendeva con la prima frase e si va a raccontare. Qui ci sono due opzioni, a seconda di come si vuole presentare il video. Se l’intento è di realizzare un video di un minuto, si tende ad entrare un po’ nel dettaglio, anche se consapevole che quel primo capisaldo “Meno tempo mi prende, meglio”, va un po’ a farsi benedire. Se l’intento è di realizzare un video breve, tendenzialmente si sta tra i 15 e i 25 secondi di parlato.

Capite bene quindi che quando si parla di TikTok “Lungo”, si intendono praticamente due TikTok “brevi”.

Poi, c’è un’altra scelta da compiere: voglio mostrare le foto all’inizio, a metà video o alla fine?

Questa è una domanda a cui la risposta varia a seconda della tipologia di narrazione e video volete fare.

Sicuramente se si vuole fare un breakdown, allora è necessario che la foto venga mostrata all’inizio.

Se il video che si va a registrare è lungo, forse averlo in mezzo conviene (cosicché anche nel parlato, ci possa essere una pausa). Se invece il TikTok è breve, allora conviene tenerlo alla fine.

Insomma, alla fine è una questione di che cosa si vuole raccontare e come.

Per finire, i TikTok vengono scritti nelle due/tre settimane pensando a cosa ho fatto in quel periodo, all’argomento di cui si va a parlare, quando pubblicarlo e come sposarlo con il contenuto (post) che solitamente pubblico su Instagram.

La registrazione

La tendenza è di registrare 8/9 video alla volta. A volte, per forza di cose, meno.

Qui devo essere bravo nel parlare di fronte alla camera e non impappinarmi e cercare di seguire il più possibile lo script che mi ero fatto. Perdere 5 minuti di parlato in più sono 10 minuti guadagnati in fase di montaggio, per quanto mi riguarda. Se non ci sono stacchi, fondamentalmente il B ROLL è un extra.

Se ci sono stacchi, il BROLL è una necessità, se voglio evitare dei jumpcut.

A volte mi tocca farli lo stesso, ma vabbè.

Per quanto riguarda la registrazione, a seconda di come voglio la fotografia, per creare tutto il setup mi ci vogliono tra i 15 e i 30 minuti. Registro per un 45 minuti filati, nei mesi più caldi bevo e mi lamento del caldo quindi potrei arrivare anche ad un’oretta, dopodiché smonto tutto, stanco, sempre in una ventina di minuti circa.

Il montaggio

Avere un format significa poter andare a lavorare in maniera sistematica e industriale. Per questo ho creato un template per compiere meno azioni possibili in fase di montaggio.

Monto su DaVinci, ho i miei sottotitoli già preimpostati, il filtro/transizione tra il parlato e le foto, le impostazioni di export e così via.

Come detto precedentemente, un TikTok mi può prendere verso un’oretta di montaggio, a seconda della lunghezza e la scelta della canzone da inserire in sottofondo.

La pubblicazione

Pubblico tra i due e i tre TikTok alla settimana, tra le 18:45 e le 20:00.

Tendo a inserire delle didascalie che non siano più lunghe delle tre righe, che almeno poi non vanno in conflitto con i sottotitoli, aspetto importante fino ad un certo punto perché il mondo è vario e così lo sono le forme dei telefoni.

Conclusioni

E con questo è tutto.

TikTok è una piattaforma che prima di essere giudicata a priori, va vissuta.

Perché questo video si basa sull’esperienza sia come creator sia come utente, che ha perso un botto di ore della sua vita a vedere video di gattini e capybara.

Però magari tu che stai guardando questo video, potresti avere una pagina “per te” totalmente differente e, magari, un’esperienza completamente diversa.

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