L'ERRORE in questa foto 😩

In questo video andiamo ad analizzare due shooting di gennaio.

Questo e questo.

Ma perché soltanto ora? Perché questo è Portrait Review, un format dove rivedo le fotografie scattate mesi fa per analizzarle e criticarle a mente fredda.

📽️ Intro

Ma prima, per chi non mi conosce, ciao! Sono Ken, Fotografo e videomaker di street e ritrattistica.

Nel video di oggi parliamo di due shooting che hanno avuto poi un out-put su questo canale: il primo quello con Agatha per il progetto di setflow, moodboard AI.

Il secondo con Katlin, in esterna, per parlare della Fujifilm X-S20.

Andiamo con ordine, però.

Set con Agatha

In questo shooting sono state coinvolte Sofì come stylist e Michelle come Makeup Artist. È stato fatto nello studio di setflow che è piuttosto grande.

Questo posto è situato a sud di Milano e presenta due vetrate: una parte piuttosto coperta, l’altra invece che accoglie tanta luce naturale nel pomeriggio. In questo caso, un grande nemico.

Fortunatamente oltre alle tende abbiamo utilizzato i polistiroli per capannare tutto quanto, con successo.

Le luci utilizzate sono state dei flash Godox SK400, motivo per il quale poi ad un certo punto questo backstage diventa estremamente buio e pieno di rumore video.

L’attrezzatura utilizzata è la Fujifilm X-H2 con il 16mm f/2.8 e il 35mm f/2.0

Le due ottiche si sono interscambiate principalmente per avere la focale adatta per scattare in situazioni particolari, come ad esempio questa dalle scale con il 16mm per restituire un’immagine più dinamica.

Il 35mm l’ho usato invece per roba più classica, tranquilla, per avere anche una giusta compressione.

Grazie agli amici di elixxier e set.a.light.3D posso mostrarvi lo schema luce utilizzato.

Come abbiamo già detto sono tutti degli SK400 e come keylight ho scelto di portarmi dietro il softbox da 120cm parabolico, poiché volevo una fonte diretta ma allo stesso tempo estremamente diffuso.

Dall’altro lato, invece, un poli bianco per rimbalzare.

Per illuminare lo sfondo, invece, ho avuto parecchie volte un dubbio amletico sia nel primo set sia nel secondo, con l’uso del telo per imbiancare.

Nel senso, a distanza di 4 mesi che rivedo queste foto mi piace che ci sia un’area più illuminata rispetto all’altra, senza una roba troppo piatta.

Allo stesso tempo più vedo queste foto e più mi chiedo come sarebbe stato, magari senza illuminare troppo lo sfondo e giocare di più come backlight. Troppo standard? Troppo pop? Non lo so.

Per quanto riguarda le pose, invece, sono soddisfatto. Forse l’espressione facciale poteva essere leggermente più variegata. Qui mi rendo conto di essere stato molto influenzato dall’aspetto sempre neutro che restituisce l’intelligenza artificiale. Con un intervento personale più incisivo probabilmente sarebbe uscito qualcosa di più variegato.

La mia foto preferita è sicuramente questa: tra l’altro anche la più lontana dal moodboard, eravamo già in fase di sperimentazione.

A distanza di mesi che rivedo questa fotografia ne rimango ancora soddisfatto perché è una posa dove si fa “abbracciare” dalla luce e allo stesso tempo c’è questo gradiente verso l’oscurità.

Sono anche abbastanza soddisfatto nella mia post produzione. Sicuramente su Agatha c’è un lavoro pulito di Dodge & Burn e mixed brush che rende molto bene. Un particolare dettaglio su cui potevo spendere del tempo, forse, era sullo sfondo.

C’è questa mezza piega e un po’ di ombra a sinistra che a rivederlo sembra più un errore che altro. Spiace.

Nel complesso, però, entra sicuramente nei top.

Altra foto che riprende più o meno gli stessi concetti è questa.

Grandi meriti vanno all’elasticità di Agatha. Una cosa su cui avrei potuto lavorare meglio probabilmente è sulla direzione della keylight e del rimbalzo, dato che più la vedo e più mi sembra di aver sbagliato di qualche grado.

Forse, poi, in fase di post produzione avrei potuto dedicare leggermente più tempo, che non avevo, sull’occhio destro. Forse quella riga sotto l’occhio è troppo pesante? Più la vedo, più mi fa venire dei dubbi. Alcuni, l’avrebbero chiamata scelta stilistica.


Una foto di cui invece, a distanza di mesi, non sono soddisfatto è questa. Più o meno.

Nel senso, così mi va anche bene. Ma sarebbe stato molto più figo avere uno scatto integrale di questo. Ora che ci penso, sarebbe incredibile avere una foto così ma con la gamba alzata mossa. Che dia un’aria molto più dinamica e forse con un espressione visiva più aggressiva.

È un’idea che mi segno, ci riproverò.

Set con Katlin

Questo set è stato totalmente differente, snello e veloce.

Con Katlin abbiamo scattato in zona Porta Venezia, ho utilizzato la Fujifilm X-S20 in accoppiata con il 27mm per scattare. Mentre per registrare invece alcune clip, ho utilizzato il 35mm.

Sono fotografie scattate il 27 di gennaio, un sole abbastanza potente e una temperatura buona, per essere comunque nelle giornate finali di gennaio. In questo caso, non ho utilizzato nient’altro che la luce del sole. Zero rimbalzi né negativi.

Per ovviare a questa mancanza, abbiamo sfruttato vari piccoli punti di Milano che potevano offrire una decontestualizzazione (a parte l’attraversamento) da una parte, mentre dall’altra proprio per gestire anche una parte di luce di rimbalzo, Katlin si è messa parecchie volte in posa vicino al muro e alla parete in sughero come in questa foto.

Tra l’altro, in questa location abbiamo scattato le fotografie che rientrano tra le mie preferite in termini di posa e morbidezza della luce.

Un’unica nota negativa da tenere in considerazione durante la fase di scatto era la gestione dei riflessi sugli occhiali. Me ne fossi accorto durante e non davanti allo schermo su Lightroom, mi avrebbe reso semplicemente più contento.

Per il resto è uno shooting da tante vibes di memoria, anni 2000, con movimenti dinamici e scattati effettivamente in un contesto dinamico.

Una valutazione errata che ho fatto per approcciarmi a questo mini set è stato l’uso del monitor, che pensavo potesse aiutarmi durante lo switch tra foto e video. Spoiler: no.

È stato più che altro di intralcio e infatti l’ho levato e messo nello zaino.

A parte veramente poche foto, ho utilizzato Dehancer per aggiungere la grana e in alcuni casi il bloom per sporcare un pochetto di più la foto.

Da questo punto di vista, confrontando il set con Agatha, ho avuto un approccio decisamente più di pancia e meno logico e razionale.

🔚 Conclusioni

Arrivando alle conclusioni, portrait review sarà un format molto utile in primis per me che lo scrivo perché mi permette di vedere in retrospettiva tutto ciò che ho fatto di giusto e di sbagliato.

Sicuramente di questi due set quello con Agatha ha riscontrato più criticità: in primis perché avevo molto meno tempo per preparare ed editare le fotografie, oltre l’aspetto umano perché ci conoscevamo il tempo del makeup e della vestizione.

Durante la fase di scrittura di questo video mi sono reso invece conto che avevo molto meno da dire sul set con Katlin, perché ci conosciamo da tempo e probabilmente anche il contesto esterno ha fatto la differenza: meno “lavorativo” e più di svago.

Nonostante quindi entrambi i set siano stati rilassati, le conclusioni che posso trarre da questo video è: più ci si conosce, meglio è.

Spero però che questo format sia utile anche per voi che avete visto fino a qui, da un paio di nozioni sull’utilizzo e la modellazione della luce alla scoperta di set.a.light.3D, questo software che ricorda più essere un The Sims fotografico che altro. Unica pecca è che non sono riuscito a customizzare abbastanza i vestiti e le scarpe, ma c’è comunque un bel po’ di margine su cui giocare.

Vi lascio il link per poterlo provare gratuitamente per 15 giorni, dopodiché si paga una tantum. È un software veramente intuitivo ma ditemi nei commenti se volete un video dedicato per capire un po’ come sfruttarlo al pieno delle sue potenzialità.

E con questo è tutto, finalmente piano piano sto riprendendo a scrivere e registrare video. Non so ancora quando uscirà il prossimo video e quindi se non l’avete ancora fatto, iscrivetevi al canale e nel frattempo, divertitevi

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