Ho LAVORATO con Canon EOS R5 MK II + 24-105mm f/2.8 L

“Ma come sono arrivato a scattare con la Canon R5MK II e il 24-105 f/2.8? Facciamo un passo indietro.

Ciao, sono Ken, sono fotografo, videomaker e content creator.

Nel video di oggi vi parlo di un set esclusivamente fotografico realizzato qualche settimana fa.

La storia dello shooting.

Lui è Jacopo e 6 mesi fa, di ritorno da un lavoro, mi chiede se fossi interessato a partecipare a un lavoro bello grosso che si tiene periodicamente.

Il cliente è uno studio di parrucchieri e il lavoro da fare sono foto da scattare.

Facile, no?

No.

Lo shooting dura 2 giorni, ci sono 2 modelle e per ogni modella ci sono 2 acconciature da fare in giornata.

Stiamo parlando di Overture e Lab.

Il primo degli scatti prettamente commerciali, per un taglio che possiamo vedere tutti i giorni.

Il secondo, il caos assoluto. Capelli pazzi. Creativi. Incredibili.

Ma prima di arrivare allo shooting: il moodboard.

È stato un metodo di lavoro particolare, un keynote condiviso dove la makeup artist prendeva qualche reference e le buttava dentro, ovviamente i clienti parrucchieri ci hanno dato un’idea del capello che avremmo fotografato e soprattutto le modelle. Poi, lo stylist, i vestiti e i colori.

Io e Jacopo ci siamo divisi due set a testa, io mi sarei occupato di Overture con lei, Rachele, e il Lab con lei, Iuliana.

Osservando i portfolio di Rachele e Iuliana, mi sono fatto un’idea dell’estetica migliore che le si potessero applicare.

Guardando Rachele mi sono detto che uno sfondo bianco, semplice, morbido, avrebbe fatto il suo. In fase di preparazione mi aveva colpito particolarmente il volto, sapevo esattamente cosa fare.

Il portfolio di Iuliana invece mi ha detto semplicemente una cosa: roba pazza, scenica, teatrale. Quindi ho pensato al classicissimo occhio di bue teatrale, dall’alto.

Una bellissima caratteristica, che un po’ ti fa impazzire ma dopotutto per certi versi la apprezzi, è la location. Scattiamo infatti all’interno dello studio perché al piano sotterraneo hanno costruito questo mini limbo ma sopra, è vetrato.

Il giorno dello shooting arriva molto in fretta perché nel frattempo sono pieno di lavori e video da pubblicare, però sono molto carico. Forse troppo.

Cominciamo con Rachele che si fa truccare e tagliare i capelli, mentre noi siamo giù a sistemare le luci, la camera, il tethering e così via.

Giusto, le luci.

I clienti hanno a disposizione due flash 600W, estremamente potenti, un octabox da 80 cm credo e un’altra strip da non so quanto.

Da casa ci siamo portati un 200W Amaran, 300W Bi color Godox e il softbox di 120cm.

Per questo primo set ho chiesto a Jacopo quindi di aiutarmi a impostare i due 600 praticamente alla minima potenza e andare a puntarli contro il limbo bianco, poi un poli bianco davanti avrebbe fatto il suo per rimbalzare e il 200 mi avrebbe permesso di illuminare ma non troppo la modella.

Sbagliato, era meglio il 300. Quindi abbiamo cambiato.

Come vi dicevo ero carico e gasato, ma forse troppo.

Sono estremamente contento di come siano uscite le fotografie ma effettivamente abbiamo scattato un po’ troppo. Ops.

La modella è veneta, si è svegliata alle 5:00 per arrivare alle 9:00 e quindi diciamo che fare overshooting non è stata una grande mossa. D’altronde eravamo gasatissimi per gli scatti che stavano uscendo e da parte di tutti c’era la voglia di sperimentare e andare oltre.

Quell’oltre c’è stato ma con una grandissima controindicazione: la stanchezza. In ogni caso Jacopo ha fatto anche il suo nel secondo set della giornata.


La seconda giornata non comincia nel migliore dei modi, ma salvo una mezz’oretta di inconvenienti siamo andati dritti per dritti con le idee quasi chiare sul terzo set, il primo della giornata: Overture con Iuliana, se ne occupa Jacopo. Andiamo avanti abbastanza spediti, cercando i compromessi migliori per realizzare ciò che abbiamo pre-visualizzato tramite il moodboard.

Pranziamo e via subito al secondo set, il Lab, l’ultimo di questo lavoro.

Come dicevo prima, l’idea era quello di creare l’occhio di bue, però poi alla fine si forma questo cerchio per terra. Abbiamo costruito una solida struttura ad H tra due stativi e un’asta, in mezzo ci abbiamo messo lo spotlight con il 300 BI e abbiamo sfruttato alla grande il vantaggio di questo posto: potevamo mettere per terra le gelatine colorate che volevamo e addirittura ci siamo messi pure a mischiarle. Una roba molto molto interessante.

Purtroppo tra una cosa e l’altra eravamo un pochettino in ritardo, mi rendo conto di non aver perfezionato la luce come volevo con il primo look, specie considerando che quasi all’ultimo abbiamo inserito il proiettore da mettere dietro, non una grande mossa forse?

Però sono piaciute, ma rimane comunque qualcosa che non mi soddisfa a pieno.

Il 2.2 di questo secondo set è stato molto più interessante. Guardando il top rosa e i capelli biondi, mi è venuto in mente immediatamente Barbie e quindi Barbie sia, sono Ken e l’azzurro è stato il colore scelto.

Questo è un setup che ho affrontato effettivamente per la prima volta, quindi nonostante a livello brutale di illuminazione sia okay, c’è comunque qualcosa che non mi porta alla soddisfazione massima. Sono tutti contenti, io ci sto ancora un po’ rimuginando. Un giorno ci riproverò con una soluzione che mi soddisferà.

Ma al momento, va bene così.

Parte tecnica

Ma parliamo dell’attrezzatura con cui ho scattato queste foto: Canon R5 MKII e il 24-105 f/2.8.

Canon R5 MK II si presenta, guardando dall’alto a sinistra con lo switch tra foto e video, ma nel video di oggi parleremo naturalmente solo del comparto foto per questioni di tempo. Tra una cosa e l’altra ho avuta giusto questi due giorni di set e una mezza giornata di B ROLL, quelli che state vedendo ora.

Quindi, non ho avuto modo di provarla intensamente sul piano video ma nel caso fosse interessati, fatemelo sapere con un commento e iscrivetevi al canale per non perdervelo.

A destra invece abbiamo uno schermo super comodo dove possiamo leggere le varie informazioni mentre scattiamo (o giriamo video) tra esposizione, bilanciamento del bianco eccetera eccetera.

Ancora a destra troviamo due ghiere: quella che si appoggia sull’indice dedicata ai tempi di scatto e quella per l’ISO.

Dentro la ghiera ISO, un bel pulsante Mode che ci permette di cambiare le varie modalità. Una bella idea che spero venga replicata anche sulle camere di fascia più bassa.

Abbiamo poi il pulsante Rec, quello di scatto ed m-FN. Questo pulsante sarà estremamente importante per una funzione che vi spiegherò dopo.

Guardandolo da dietro, invece, troviamo tra le altre il joypad in una posizione divisiva: alcuni potrebbero ritenerlo scomodo, altri nella posizione perfetta. Per quanto mi riguarda, mi ci sono ritrovato molto bene.

Poi abbiamo la ghiera, il pulsante Q, info, AF-On… insomma, un po’ nel classico di Canon.

Lo schermo si ruota nel più classico dei modi, mentre davanti la camera abbiamo solamente un pulsante customizzabile.

A sinistra abbiamo le varie porte di connettività: cuffie, microfono, HDMI, USB-C e il flash. E basta. In una macchina grande come questa, tutto questo spazio da una parte sembra sprecato — potevano mettere una seconda porta USB-C? Vero — però ti dà allo stesso tempo quella sensazione di confort, senza che ci siano cavi ad intrecciarsi tra di loro.

A destra abbiamo invece lo slot per una CFB e una SD.

Sotto, la batteria.

Per quanto riguarda invece l’obiettivo, abbiamo la ghiera per la messa a fuoco manuale, focale e — incredibile ma vero — non esce. Poi, la ghiera per il diaframma non decliccabile. Si parte dal 2.8 e si finisce all’ f/22. Dopodiché, la A, cosicché sia regolabile anche dalla ghiera in macchina. Il tutto è possibile grazie al click Iris posizionato a sinistra. Ed è così che abbiamo scattato.

Abbiamo poi dei buchini per poterci mettere esternamente il motore per il powerzoom, estremamente interessante.

Andando avanti con l’obiettivo, dopo la ghiera della messa a fuoco troviamo due pulsanti funzione e poi un’ultima ghiera per regolare altre impostazioni.

Essendo in un contesto da studio, praticamente di ritratto, avevamo bisogno effettivamente di pochi switch di impostazioni tra una fotografia e l’altra, quindi non è stata configurata. Anche qui, però, mi immagino diverse funzionalità in modalità video molto comode.

Feature principe di questa camera è la possibilità di cambiare il punto di messa a fuoco nello spazio con gli occhi.

Per esperienza posso dire che è un po’ difficile da impostarlo e calibrarlo. Si preme il tasto m-FN e si segue un puntino arancione con l’occhio, ma lo dovete fare un bel po’ di volte perché non vi darà subito un buon esito.

Per la prova del 9, anche a Jacopo non è andato un granché.

Una volta che si imposta, però, devo dire che è super comodo da una parte, ma dall’altra c’è un concetto iniziale da ragionare su. Mi spiego.

Quando scattiamo una fotografia, o almeno, per quanto mi riguarda, è vero che mi concentro sull’occhio della modella però è anche vero che un occhio di riguardo al vestito, allo sfondo, alla posa la do. E a quel punto dove va la messa a fuoco? Non più sull’occhio. Mi immagino che questa feature sia molto più utile ad esempio in un contesto di fotografia sportiva, faunistica o banalmente anche una ballerina che fa una Grand Jeté.

Anche dall’esperienza di Jacopo, questa feature l’ha disattivata a metà shooting perché troppo distraente.

Per concludere questo capitolo, penso che seguire l’azione esclusivamente con l’occhio ci renda consci di quanto sforzo usiamo mentre guardiamo le cose. Spesso si tende ad avere una visione più panoramica delle cose e anche se ci fissiamo su un punto, quel punto la maggior parte delle volte è fisso.

Durante lo shooting, però, non abbiamo usato soltanto Canon R5 MK II. Abbiamo usato anche il suo battery grip con le ventole, dal meraviglioso costo di €569,99. Un po’ tanto. Soprattutto se pensiamo che questo ci dà a disposizione lo slot per la seconda batteria, la porta Lan e… basta. Un po’ pochino.

Sinceramente non pensavo di doverne parlare, ma purtroppo, nonostante il battery grip, nonostante stessimo solamente scattando foto, questo battery grip ci è servito perché la camera stava cominciando a scaldare un po’ troppo. Niente di grave eh, però il fatto che le ventole dovessero essere settate almeno sul medio livello… insomma, non benissimo.

È un sensore da 45 megapixel, fullframe, bellissimo, okay però non è stato estremamente rassicurante.

Anche perché nonostante al tatto sembri sempre plasticosa e cheap, ma cheap non lo è affatto, alla fine dei due giorni di shooting mi sono detto: non è la mia camera dei sogni, ma se dovessi avere uno studio, dovessi avere una camera che sia sempre affidabile, autofocus incluso, clienti di altissimo livello ed estremamente esigenti, quelli con cui non puoi sbagliare neanche un colpo, allora questa è la camera da acquistare.

Canon EOS R5 MK II costa €4929,99 e l’obiettivo RF 24-105 F/2.8 L IS USM Z costante con zoom interno costa €3769,99. Sono prezzi troppo alti?

Sinceramente arrivati a questo punto sul corpo macchina non ne farei neanche una discussione, alla fine sì è vero che come valore assoluto sono tanti soldi.

Però, considerando il target, i clienti con cui lavoreresti, gli ambiti in cui andresti a operare, beh, non ci sono soldi che tengano.

Per quanto riguarda l’obiettivo invece posso dire che è decisamente orientata verso il video. È stato per certi versi comodo usare un unico obiettivo per questo shooting ma il giorno dopo il primo set mi sono svegliato con un mal di schiena, male all’avambraccio e alle spalle terribile. Forse devo ricominciare ad allenarmi.

Il prezzo, invece, anche qui, penso non sia da mettere in discussione.

Ringrazio Canon per questa mega opportunità fatto di incastri di date e occasioni volatili che ho incontrato lungo la mia strada.

Ringrazio voi per aver visto fino a qui, vi ricordo che qui trovate il link a InspoLetter, la mia newsletter e tutto il resto.

Iscrivetevi al canale se non l’avete ancora fatto e divertitevi ✌️

Previous
Previous

Lascio la Street Photography feat. Fujifilm X-M5

Next
Next

La giornata tipo di un FOTOGRAFO freelance