Ho scattato SOLO con iPhone 16 Pro per 4 mesi

Nel blog di oggi parliamo di lui: iPhone 16 Pro a distanza di 4 mesi da quando è arrivato a casa.

Da fotografo e content creator vi parlerò della mia esperienza con iPhone, dopo 4 mesi piuttosto pieni di viaggi, lavori e un anche piccolo shooting di prova.

Da videomaker, invece, vi invito a iscrivervi al canale perché mi rendo conto di non averlo ancora capito fino a fondo e ho bisogno ancora di tempo. Perché iscrivervi al canale? Beh, sicuramente uscirà un video (e un blog relativo) a riguardo prossimamente.

Le caratteristiche, in breve.

iPhone 16 Pro ha tre lenti: una da 13mm, l’ultragrandangolo; una da 24 mm, che sarebbe tecnicamente un medio, ma chiamiamolo anche Fusion, e che digitalmente ci porta anche il 28mm, il 35mm e il 50mm; infine, il nuovo tele 5x equivalente a 120mm.

Le prime due lenti scattano a 48MP, il tele a 12MP.

Scattando in ProRaw a 48MP, la camera principale finalmente non soffre più di shutter lag. Mentre con la camera grandangolare, sì. Immagino che questo problema verrà risolto il prossimo anno, con il 17 Pro.

Come vedo, cosa scatto con il grandangolo

Per quanto riguarda la mia esperienza di utilizzo, non è fortunatamente un grandissimo problema perché, tra le 3 ottiche, è quella che uso meno. E se la utilizzo, è perché voglio scattare una volta ogni tanto il panoramone che mi ritrovo davanti o perché semplicemente, mi va di distorcere tantissimo. Alla fine della fiera fa effettivamente quell’effetto iPhone usato da un Gen Z e sì, lo si può anche utilizzare con un certo criterio.

Come gusto personale, però, preferisco di gran lunga la 24mm.

24mm che però mi sono ritrovato comunque a utilizzare poco, andando a prediligere molto di più il 35mm.

Non c’è niente da fare, se come fotografo il 50mm equivalente APS-C dà quell’immagine estremamente piatta e squadrata con cui però mi trovo assolutamente bene, con iPhone mi trovo meglio a scattare la vita di tutti i giorni con il 35mm piuttosto che con il 50mm. Una delle tante motivazioni, potrebbe essere il fatto che qui la distorsione si fa vedere decisamente molto meno.

Il fatto che il shutter lag sia stato finalmente sistemato è stato una delle motivazioni che mi ha fortemente convinto a prendere questo modello, senza fare ripensamenti e dire: “Ma sai che c’è? Quasi quasi risparmio un po’ e prendo il 15 Pro, tanto non è cambiato null-” NO. Assolutamente no. Per quanto mi riguarda, questa è una grande differenza.

La differenza di “perdita” del 3x in favore del 5x, invece, non mi cambia più di tanto perché passando da iPhone SE già di per sé non ho avuto l’onore di utilizzarla. C’è a chi piace e c’è a chi dispiace. Per quanto mi riguarda, dopo un mese devo dire che con la 5x sono sempre stimolato per cercare e trovare dei pattern. E forse forse, non avendo effettivamente un 120mm nel mio corredo fotografico, sono ancora più spronato per approfondire questa focale.

L’esperienza di scatto

Il backstage con Vlad

La prima volta che l’ho utilizzato intensamente è stato con Vlad a inizio ottobre. Siamo stati due giorni in Liguria e io dovevo fargli le foto e dei video di backstage per un cortometraggio. L’intento era quello di portarmi dietro la Fujifilm X-T2 per scattare, la X-H2 per girare dei B-ROLL carini delle persone che facevano cose. Poi Vlad mi ha dato la sua DJI Pocket 3 per avere anche una controparte più vlog e infine, l’iPhone.

Le fotine scattate con iPhone le ho editate praticamente in live nei momenti morti, quindi una parte di foto erano già pronte ancor prima che finisse tutta la magia del set.


In più, il secondo giorno è sceso giù il finimondo, una pioggia tanto torrenziale che ho preso un freddo incredibile e la voglia di tirare fuori la Fuji, non c’era. Ho scattato e girato tutto con iPhone.

In più, ancora, il secondo giorno era dedicato per girare praticamente tutto in acque abbastanza profonde. La 5x era decisamente la focale più lunga che possedevo. Posso dire che è stata la mia salvezza, per quel giorno.

Sophie

Parliamo di Sophie, abbiamo scattato qui in casa con due luci super tranquille, un 300W col softbox 120cm da una parte e un tubo led di contro dall’altra.

È stato piuttosto limitante avere il fondale bianco così basso che praticamente non mi permetteva di scattare fotografie a figura intera. Ho poco o nulla scattate con la 1x.

Un aneddoto divertente però se la passa la 5x, dato che in generale scattare i ritratti con il tele è un mio incubo che ho sempre cercato di evitare. Soltanto grazie al vestito, questa foto si salva. In generale, però, non saprei quanto lo andrei a utilizzare. Specie per dei primi piani.

Devo dire però che poter scattare nella moda, ma generalizzando nella ritrattistica, con un solo dispositivo che si possa partire da 13mm a 120mm è una cosa allucinante ed estremamente versatile. In pratica ti permette di parlare tante lingue ed esprimerti in tanti linguaggi differenti con un tap.

In fase di editing ho trattato i file esattamente come li tratterei con le fotografie scattate da una mirrorless. Unica modifica considerevole che faccio su Lightroom a differenza delle mirrorless, è sulla quantità di ProRaw che voglio nella fotografia.

Questa nuova variabile però la trovo estremamente interessante perché a riguardare queste foto, mi pare estremamente strano e non sono sicurissimo di poterlo replicare con una mirrorless. O meglio, non sono sicuro di poterlo fare con lo stesso schema luci.

Queste fotografie mi piacciono veramente tanto perché non riesco a credere che siano 1:1 a quelle che pensavo. Credo ci sia stato dietro un intervento computazionale che, stando da solo come fotografo, mi ha permesso di concentrarmi più nell’esperienza di scatto che volevo offrire a Sophie piuttosto che pensare a uno stativo in più da aggiungere per avere un’illuminazione ancor più dinamica. Insomma, me l’ha migliorata.

Parigi

Sono stato a Parigi per un po’ di giorni con i parenti. Così, un po’ di vacanze, ma di quelle vere e proprie. Se è vero che le clip che avete appena visto sono state girate con la X-H2 e il Sigma 18-50mm, è anche vero che tutte le foto scattate, a parte una della Tour Eiffel di notte nel buio più totale dove un Mr. Hyde non si sarebbe posto problemi, sono state scattate con iPhone.

Un venerdì sera, sabato, domenica, lunedì e martedì mattina.

In queste giornate ho girato un po’ random per le strade di Parigi senza una reale cognizione di causa, ho visitato qualche museo e quando vedevo qualcosa che mi piaceva, vuoi per la luce o per la pulizia a livello di composizione o per qualsiasi altra ragione al mondo, prendevo il telefono dalla tasca, facevo uno swipe verso sinistra e scattavo.

Non nascondo che per questo viaggio pensavo di portarmi dietro una Ricoh o comunque una camera compatta.

I pro e i contro di questa scelta sono stati dettati esclusivamente dall’esperienza che va al di fuori di quella di scatto. Mi spiego.

Portarmi la Ricoh avrebbe potuto significare un maggiore isolamento dal mondo, perdere la cognizione del tempo e camminare veramente tanto. Allo stesso tempo, però, portarmi una Ricoh avrebbe potuto significare scattare tanto ed editare poco. Molto poco.

Anche qui faccio lo stesso e identico discordo di prima. Non ho bisogno di applicazioni, dongle né la grande tecnologia bluetooth. Se dopo un po’ di camminata mi sentivo stanco, entravo in uno dei bellissimi giardini, mi sedevo su una panca e aprivo Lightroom. Due modifiche al volo e voilà, prendo reale coscienza di come stanno uscendo le foto, il look e l’estetica di questo viaggio. Tutto in live.

Scattare con iPhone mi ha fatto prendere coscienza anche sul significato della street photography che ha per me, in questo momento. Ma è un pippone estremamente lungo di cui vorrei parlare in un altro video, prossimamente.

Riassumendo, dopo questo viaggio posso dire di aver scattato in posti e momenti dove solitamente non scatto a causa delle dimensioni e, volendo, anche per strutture sociali. Ho scattato per la prima volta anche dall’aereo, per dire.

Camera control: inutile

Il Camera Control è stato studiato in modo tale da essere usato in un mondo utopico dove la gente non si mette una cover su un telefono da 1600 euro.

A parte l’entusiasmo e la curiosità iniziale, il camera control non l’ho utilizzato neanche per aprire la fotocamera, dato che personalmente trovo più immediato lo swipe.

Essendo una persona che ha bisogno di scrivere tanto, ma allo stesso tempo non è una di quelle che si porta dietro carta e penna — alias ho l’action button settato sulle note dell’iPhone — non vedo l’ora che Blackmagic integri la sua applicazione nel camera control così che quel tasto possa avere una sua utilità.

Però, sia al lancio sia anche ora, penso che in un modo o nell’altro saremo sempre più incentivati a scattare in orizzontale. E questa cosa la trovo assolutamente positiva.

Il workflow fluido

Dopo un’esperienza decennale di Android e 3 anni di iPhone SE generazione 2020, il ProRaw è diventato improvvisamente un concetto quotidiano. E sono contento.

Per la prima volta in 23 anni di vita sento di star facendo una cosa estremamente semplice, funzionale e bene, senza alcun tipo di compromessi.

Per la prima volta ho creato due preset molto semplici su Lightroom, uno in bianco e nero e uno a colori. Così posso avere una base piuttosto avanzata fatta di regolazione del ProRaw, compensazione dell’esposizione, curve e contrasto. Sto cercando di dare una sorta di linearità anche nei dettagli, dove cerco di abbassarli perché lì trovo sempre troppo artificiali e poi la grana. Tanta grana. Per questo primo periodo di iPhone vorrei veramente portare un’estetica da “pellicola”, un’estetica che cerchi di allontanarsi il più possibile dalla perfezione tecnologica e artificiosa e avvicinarsi a qualcosa di più naturale e da point and shoot.

Questi preset mi aiutano quindi a velocizzare tutta questa parte, così che in fase di editing seduto su una panchina, posso concentrarmi sulle maschere o su qualche colore in particolare.

Fare il passaggio da iPhone SE ad iPhone 16 Pro è stato un effettivo salto nel presente, quello dove tanti creator da anni si dilettano a creare in maniera estremamente rapida ed efficiente le immagini. Certo, non hai la qualità della mirrorless in tutto e per tutto, specialmente la sera.

Però, se tanto è vero che nessun oggetto fa il caffè se non la macchina del caffè, potenzialmente con questo oggetto puoi partire dalla pre-produzione alla consegna di un set.

Ultimamente ho provato a scattare con qualche automatismo, ma come fotografo mi sento estremamente meglio se regolo l’esposizione manualmente.

Con iPhone, sto imparando a delegare e devo dire che come esperienza è tutto molto più divertente. E semplice. Estremamente semplice. Come benchmark, basti pensare che mi ci è voluto veramente poco per capire nell’effettivo come poter sfruttare al meglio iPhone, quali sono i suoi limiti — come il flare bruttissimo mannaggia o la sua reazione alle alte luci — e quali sono invece i pregi del ProRaw.

Io sono Ken e vi ringrazio di aver letto fino a qui.

Iscrivetevi se non l’avete ancora fatto e quando scattate, non dimenticate di divertirvi ✌️

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