Perché è importante metabolizzare un'esperienza: Paris' version
Andare a Parigi è come scoprire un qualcosa di già visto, forse ingigantito dai film che ci vengono proposti in età adoloscenziale, forse romanticizzate un po’ troppo dai libri e forse sopravvalutata.
Probabilmente assieme a Londra, a livello di immagine e immaginario dà lo stesso feeling di una New York europea.
Cioè no scusate, è La New York Europea.
Però, una volta che ci vai e una volta tornato a casa capisci che nonostante i mille difetti che si può portare dietro sai perché Parigi è tanto acclamata.
Mi ci sono volute un po’ di settimane per tradurre le sensazioni in pensieri e poi a parole, ma ora ci siamo.
Sono stato a Parigi nel mese di aprile con Gabriele e sì, nei B ROLL che state vedendo eravamo piuttosto imbardati a causa del meteo e del vento gelido. Questo sarà uno dei temi che affronteremo in questo video, ma andiamo con ordine.
Perché Parigi
Nel 2022 siamo stati per un weekend a Berlino, quest’anno abbiamo deciso di fare le cose un po’ più in grande e andare in questa prima parte dell’anno a Parigi e poi per la seconda metà dell’anno, in un altro posticino.
Parigi è stata la città decisa un po’ per immaginario collettivo pensando al meteo che ci può essere in primavera.
Un po’ perché insomma, è Parigi e personalmente dopo anni ad essere estremamente influenzato dai video di Nathaniel Drew, un po’ di street photography ci voleva e un po’ perché è una città che si associa molto alla nostra idea di estetica fotografica.
Le aspettative, gli errori che mi sono portato dietro
Spesso sono molto soddisfatto della mia capacità di adattamento alla situazione perché riesco a tirare fuori il meglio di me.
In questo caso, però, complice un paio di aspetti come quello dei 5 giorni e del fatto che è Parigi, mi sono creato delle aspettative molto alte. Mi sono posto come la chiamo io l’asticella di soddisfazione ad un livello tale che, nella vita di tutti i giorni a Milano, la raggiungo una volta ogni 6, 8 mesi.
Alla prima giornata di scatti ricordo di aver dato un 7 1/2 8 di incoraggiamento, di riscaldamento e di inizio e mi aspettavo veramente tante cose per i giorni successivi.
E invece no, il meteo estremamente nuvoloso, grigio e piatto, un mood che non mi attraeva così tanto mi ha fatto perdere un po’ la valvola e mi ha lasciato piuttosto insoddisfatto. Ogni goccia di sole poteva essere la grande occasione. Volevo tanto giocare con le ombre, però alla fine mi sentivo praticamente una falena, ma di giorno.
Gabriele: grazie a lui ho inghiottito il boccone amaro e mi sono lasciato ispirarre dal momento piuttosto che compiangermi dalle aspettative mancate
E qui, entra in gioco Gabriele.
Un tema a volte pizzicato durante le nostre sessioni di street a Milano sono stati i riflessi. È un buon modo per vedere il mondo in maniera differente, si possono creare rifrazioni e momenti date da sovrapposizioni surreali che danno sempre quell’interesse in più allo scatto.
Nelle giornate più nuvolose e piatte sono due i temi che più ha insistito e di conseguenza mi sono lasciato influenzare: il bianco e nero e, appunto, i riflessi.
Nel bianco e nero, a volte associate anche con uno shutter piuttosto lento, personalmente ho cercato di sfruttare quella sensazione di frustrazione per creare qualcosa di diverso dalla solita persona che passa davanti a un portone bello o una texture interessante. Volevo qualcosa di entropico e a tratti l’ho trovata. A distanza di settimane sono contento di alcuni scatti.
Così come sono contento dei giochi di riflessi creati. Abbiamo cercato veramente tanti spot e pensato a come poter sfruttare la banchina di una fermata degli autobus o meglio ancora la vetrina di una boulangerie.
In particolare, c’è questa foto scattata a Montmartre che mi piace particolarmente perché oltre al riflesso ho cercato di giocare tanto con le linee, la linea di fuga creata da una parte dal marciapiede dall’altra dal cornicione di questa insegna di una macelleria, se non ricordo malel, è una cosa che mi gasa parecchio.
In sintesi, se nelle giornate grigie mi sono portato a casa qualcosa e ora ve ne sto parlando, è grazie a Gabriele.
Avevamo un obiettivo, una collaborazione.
Il meteo ha condizionato una collaborazione che avevamo in pugno ma purtroppo, è saltata. Non è una tragedia, sicuramente in futuro ci si rifarà ma durante il viaggio questo è stato sicuramente uno di quei elementi “what if” paralleli che se fosse successo, sarebbe stato un’aggiunta in più molto interessante.
Lo sarà in futuro. Al momento, questo è. Amen.
Avevo un altro obiettivo, uno shooting
Così come personalmente mi ero programmato uno set che purtroppo anche qui, è saltato. Mi ero organizzato con tempo ma tra una cosa e l’altra è saltata e ho cercato di recuperare all’ultimo, senza successo.
Lo shooting che avevo in mente di fare si sarebbe svolto a Montmartre con degli scenari in particolare che, col senno di poi, potevo fare per tutta Parigi. Ma la volevo fare proprio lì, a Montmartre. Anche qui, a causa di un immaginario collettivo che mi sono creato e portato dietro.
I problemi che si sarebbe portato lo shooting, perché ho pensato lo shooting senza fare il sopralluogo. Ora so dove andare
Lo volevo fare in un quartiere che avevo visto in una serie di video, ma che effettivamente non ci ero mai passato con le mie gambe, non avevo mai valutato attentamente con i miei occhi, dal vivo, quello che avrei fatto.
Mi sono lasciato guidare e influenzare su un posto che non conoscevo assolutamente.
E infatti, dopo il sopralluogo fatto, mi sono reso conto degli errori che mi sarei portato dietro.
La prossima volta che tornerò a Parigi, saprò molto meglio come muovermi e come organizzarmi. Intanto, lezione importantissima, prima di fare qualsiasi cosa e navigare nel buio più assoluto, a volte anche in senso letterale, è importantissimo prendersi il tempo necessario per fare un sopralluogo e farsi ispirare da ciò che si ha attorno.
Niente shooting, però le foto in notturna al Birk Haim con la pioggia me le porto comunque e dio madonna se sono contento
Come dicono i grandi entrepreneur, dai fallimenti possono nascere opportunità, o cose simili insomma.
La sera in cui ci sarebbe dovuto essere lo shooting, pioveva. Però era una di quelle piogge leggere che un po’ ti danno fastidio ma non così tanto da bagnarti. Insomma, il giusto per avere l’asfalto bagnato e lucido e sono molto contento di queste fotografie scattate. Quelle fotografie un po’ cinematic, che direbbe qualcuno, ma comunque per me l’ennesima dimostrazione che per questo viaggio vedere e scattare di sera è stato molto più attraente in termini di estetica e profondità della foto.
Non so come spiegare in altri termini, ma semplicemente con Parigi ho trovato un feeling estremamente più affine con i lampioni serali che fotografare durante il giorno, anche se ci fosse stato il sole.
Molto basic? Probabile, ma non mi interessa, andiamo avanti.
Nota economica: l’acqua si può pagare 6 euro in ristorante? Sì. Ma scegliete il ristorante giusto, i posti giusti dove mangiare, dormire, pianificate e si risparmia. ci sono cose dove costano meno di Milano.
Parlando di acqua, qui giusto una piccola nota economica su chi dice che viaggiando a Parigi si spende un capitale.
Dipende, alla fine si tratta di scelte, di cosa bere e mangiare ma i modi per risparmiare ci sono sicuramente. Mi sono ritrovato in alcuni momenti a pensare che effettivamente, su certe cose costa addirittura meno di Milano. Non male.
Tutto sommato in un viaggio pieno di sfighe date dal meteo e dalle persone, torno a casa con un’esperienza di vita molto più ricca.
Personalmente, ho capito quanto il ritmo di Milano sia sfrenato guardando le persone di Parigi uscire dalla metropolitana. Insomma, siamo in una capitale europea e le persone camminano tranquillissime negli orari di punta.
Ho visto quanto il ritmo di vita possa essere sostenibile dopo tutto.
Non l’ho provato sulla mia pelle perché in 5 giorni è impossibile, ma guardando le persone che ci stavano attorno ho capito che ci possono essere modi e modi di vivere la vita, guardare il mondo e comunque completare il necessario.
Questo video esce praticamente a due mesi di distanza dal viaggio perché sì, YouTube non è un lavoro, è un progetto personale che cerco di portare almeno una volta al mese giusto per non essere gambizzati dall’algoritmo e avere una sorta di appuntamento. Ma se non pubblico, chissene frega.
Potevo scrivere, registrare e montare questo video in una settimana? Certamente, ma sarebbe stato decisamente più povero di contenuti, non avrei metabolizzato, il video non avrebbe avuto questa deriva filosofica dove non c’entra assolutamente niente con la fotografia ma insomma, viaggiare per la fotografia significa anche essere influenzati dalle esperienze che ci portiamo appresso.
🔚 Conclusioni
E per concludere, alla fine penso che un viaggio di 5 giorni a Parigi sia utile per visitare la città, capire quali sono gli spot più interessanti per eventuali progetti personali o lavori senza la necessità di fare un sopralluogo da zero. Però le esperienze, quelle che ti porti dietro tutti i giorni, te le fai una volta tornato a casa.
Grazie per aver guardato fino a qui, ditemi nei commenti cosa ne pensate, in descrizione trovate il video di Gabriele, i social che uso e pubblico quasi regolarmente, i link dei prodotti che ho usato per la realizzazione di questo video e così via.
Alla prossima ✌️